TNPEE O NEUROPSICHIATRA INFANTILE?

 Nel percorso di presa in carico del bambino nei primi mesi di vita, è fondamentale non confondere la valutazione abilitativa con la diagnosi medica.


🧠 La diagnosi neuropsichiatrica richiede criteri clinici strutturati, spesso non applicabili nei primi 18 mesi di vita, periodo in cui prevalgono l’osservazione e il monitoraggio evolutivo. Questo non significa che non si possa intervenire: significa che il lavoro deve essere fondato su competenze specifiche di osservazione, stimolazione e sostegno precoce.
👉 In questa fase, il TNPEE è il professionista sanitario formato proprio per agire in modo tempestivo e globale sul neurosviluppo, attraverso interventi abilitativi e riabilitativi altamente individualizzati, soprattutto in contesti complessi come la TIN o il follow-up neonatale.
👩‍⚕️ Il neuropsichiatra infantile ha un ruolo essenziale nel percorso clinico: valuta, integra le informazioni e coordina. Ma non è la figura deputata all’intervento diretto e quotidiano con il neonato, né può sostituire le competenze valutative, abilitative e riabilitative del TNPEE.
📌 Confondere questi due ruoli significa generare ritardi, limitare le opportunità del bambino e rischiare di perdere tempo prezioso in una fase in cui la neuroplasticità offre il massimo potenziale di cambiamento.
🛑 Il TNPEE non è un sostituto del medico, ma non è nemmeno un supporto secondario: è la figura centrale nei percorsi abilitativi precoci, con strumenti clinici, osservativi e terapeutici propri e fondamentali.
🏥 È necessario che i servizi pubblici, i concorsi e le politiche sanitarie riconoscano questa distinzione, promuovendo un’equipe integrata, in cui ogni professionista operi nel rispetto delle proprie competenze specifiche per offrire al neonato il miglior percorso possibile, fin dai primi giorni di vita.

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